La posizione ufficiale di Telecom Italia Net di fronte alla protesta
organizzata di un gruppo di utenti, ma indubbiamente ampiamente
condivisa, è stata consegnata in buona parte alle parole
di Andrea Granelli, numero uno della società, comparse
in un'intervista a Repubblica.it (www.repubblica.it). Era la metà
di marzo, a pochi giorni dal secondo manifesto di "Protesta
contro Tin" e dal lancio della nuova offerta commerciale
dell'Internet provider. Ecco, riassunta per punti, la posizione
della società sui diversi capitoli della protesta.
Disservizi
Sì, "abbiamo avuto un momento di forte rallentamento
nelle connessioni. È successo all'inizio dell'anno, quando
c'è stato il boom degli abbonamenti (nell'ultimo semestre,
20.000 in più al mese, ndr). È vero anche che la
posta è lenta, è una lamentela che mi sento di condividere
del tutto. È vero che i newsserver (i server che contengono
i newsgroup, ndr) sono intasati. Non è vera invece questa
accusa della posta smarrita: se c'è un'interruzione del
sistema, la posta può bloccarsi, ma poi riprende".
Inadeguatezza dell'infrastruttura
Sì, "siamo partiti con delle infrastrutture adatte
ai 45 mila abbonati della fine del 1996 e abbiamo cominciato a
potenziarle man mano che i nostri utenti crescevano. Oggi, con
176.000 abbonati, di cui ottomila connessi contemporaneamente
nelle ore di punta, dobbiamo ridisegnare interamente la nostra
struttura". Le strutture sono state tenute fino a oggi sottodimensionate
"perché ci sono dei costi industriali, che sono molto
alti. Man mano che crescono gli abbonati dimensioniamo le macchine,
farlo prima sarebbe stato una follia".
"Dobbiamo passare dalla fase artigianale a quella industriale"
e qualche risultato si comincia a vedere: "Abbiamo raddoppiato
la banda internazionale fino a 16 Mbps; per settembre sarà
a regime il nuovo software per la posta; fra dieci giorni ci sarà
una nuova macchina per i newsgroup".
Prezzi bassi a discapito del servizio
Sì, facciamo offerte troppo scontate, "ma è
lo stesso mercato, almeno per ora, a esigere tariffe di tipo Flat
(quella scontata a 248.000 lire, Iva esclusa, ndr)", con
il paradosso che "l'utente di fascia bassa finanzia l'utente
di fascia alta". Gli utenti di Internet "sono ancora
riottosi all'idea di pagare di più: Internet è un
mercato giovanissimo, che non vuole tenere conto dei costi industriali".
D'altronde, oggi come oggi "per quanto si possa immaginare
un prezzo d'abbonamento ancora più alto, sarà sempre
infinitamente lontano dal prezzo industriale". Ma presto
gli utenti dovranno " abituarsi all'idea che un servizio
di livello infinito è impossibile. I grandi volumi di utenza
portano per forza di cose un discreto numero di disservizi".
Assistenza insufficiente
Per ora "abbiamo una struttura di 150 persone che lavora
soltanto all'assistenza clienti. Ma fra qualche tempo non basteranno
più. E la strada obbligata sarà quella di fare pagare
l'assistenza. con l'ovvio risultato che un'azienda sarà
disposta a pagare, mentre l'utente singolo, lo studente universitario,
vorrà continuare ad avere tutti i servizi gratuitamente".
|